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Tablet e giornalismo: alcune statistiche

Sempre più ricercatori, giornali e giornalisti si interessano all’informazione sul tablet, tuttavia i dati relativi al comportamento dei possessori di tablet ancora scarseggiano.
Per quanto tempo lo usano? In quali luoghi? Per quale motivo? E soprattutto, sono disposti a pagare per contenuti digitali?
Il Pew Research Center si è interessato all’argomento, e ha rilasciato questo primo ottobre un interessante studio. I dati sono relativi agli Stati Uniti, ma ci danno un’idea delle possibili future evoluzioni in Europa.

Un americano su due possiede un tablet o uno smartphone con una connessione alla rete. In teoria, dunque, il 50% degli americani può informarsi in qualsiasi momento, in qualsiasi luogo, attraverso qualsiasi giornale che abbia un sito internet o una app.

Il tablet è sempre più popolare fra gli americani: ormai il 22% di essi, quasi un quarto, ne hanno uno in casa. Il 23% di quelli che non ne hanno ancora acquistato uno prevedono di farlo entro i prossimi sei mesi.
I detentori di Ipad e simili sono affamati di informazione digitale: il 64% di essi sfrutta il proprio dispositivo per informarsi sul mondo. Questo non vuol dire che il tablet stia sostituendo le altre tecnologie:  più della metà (54%) dei possessori di tablet si informano sul loro smartphone; il 77% si informa sul computer; il 50% grazie alla stampa. Il tablet non entra semplicemente in concorrenza con gli altri media: così come la televisione non ha ucciso la radio, il tablet troverà un suo spazio, spingendo gli altri media a rinnovarsi e a cercare il loro posto nell’ecosistema mediatico.
I dati sembrano promettenti per l’editoria digitale; gli editori dovranno prenderli in conto e adattare i contenuti al comportamento dell’utente medio su questo nuovo dispositivo, per fare dell’informazione più efficace e per trovare dei nuovi capitali, sia attraverso nuove pubblicità interattive e accattivanti, sia attraverso iscrizioni.

Per chiunque volesse consultare dei dati più precisi ecco il link allo studio del Pew Research Center.